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  • Immagine del redattoreGiuliano Dottori

Alaska, piscine vuote, coriandoli per terra

Ho conosciuto Umberto Ti. via mail. Che belli i 2000. Mi ha scritto dal niente un paio d'anni fa, forse tre, mandandomi delle canzoni da ascoltare. Erano registrate malissimo e sulla chitarra c'era il flanger. Voglio dire. Chi usa il flanger nel 2016 o 2015 merita attenzione. Le canzoni erano sbilenche, un po' strampalate, lo dico con affetto. Così ci scriviamo qualche messaggio e poi ci sentiamo al telefono e insomma cominciamo a conoscerci e a programmare delle regisrazioni.

Da lì ne venne fuori un Ep.

Poi passa un anno, Umberto lo conosco un po' meglio e poco alla volta metto a fuoco il suo stile elegante, il suo ascoltare Guccini e la sua passione per il flanger. Cominciamo a lavorare su nuovo materiale, per farne un disco, un disco che ancora prima di essere fatto ha un titolo: "Alaska".


"Alaska" è un disco fatto di paesaggi e di freddo. Per il suono ci siamo ispirati a certe cose molto anni Novanta (il decennio dei miei 15 anni, dei miei 18, dei miei 20, insomma il mio decennio): batterie molto compresse, chitarre aggressive, ma anche qualcosa di noise, voci doppiate e distorte.

Dai, fatevi un giro in queste lande.


p.s. Per la prima volta il disco non l'ho solo prodotto ma anche mixato.

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