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Immagine del redattoreGiuliano Dottori

Kill Bil(lie)


Kill Bill è uno dei miei film preferiti di sempre. Amo Tarantino, anche perché è il Regista della mia generazione, quello che più di ogni altro ha inaugurato la stagione del citazionismo che è senza dubbio il tratto estetico più comune in tutte le arti, musica compresa. Chiunque esprima un concetto in forma artistica rimanda sempre a qualcos'altro, qualcosa che abbiamo già visto, anche quando questo qualcosa è stato ingoiato, ingerito e sputato con sdegno.


Billie Eilish è una ragazza che deve ancora compiere 17 anni. Su Spotify, Youtube e compagnia ha numeri che farebbero arrossire una Beyoncè qualsiasi. Dopo solo 2 anni e una manciata di canzoni. Raramente ciò che è nuovo e "giovane" mi colpisce. Se non altro perché, passati i 40, è normale un certo aplomb. Come canta Win, "my heart's colder", dovreste saperlo o per lo meno immaginarlo. Ma il bello dell'arte, è che poi c'è sempre qualcuno a un certo punto che gratta via lo strato di noia e abitudine, quella sensazione-di-quasi-sempre-inutile che accompagna quasi tutte le nuove uscite discografiche. (Per capirci, l'anno scorso per me il miglior disco italiano è stato senza alcun dubbio quello del mio coscritto Fabri Fibra, non certo un novizio). Ma, dicevo, poi c'è sempre qualcuno che ti tira un schiaffo e ti sveglia dal torpore. In questo caso lo schiaffo me l'ha tirato questo scricciolo di ragazza nemmeno maggiorenne. Manterrà le promesse? O è solo un fuoco di paglia? Chissà. Per ora mi godo questo talento cristallino. Una ragazza indubbiamente molto bella che - grazie a dio - non si veste come una escort ammiccante o una lolita di britneyspearsiana memoria, ma anzi pare un folletto colorato e pensa solo a cantare.

Kill Bill è un omaggio con le lacrime agli occhi a Bruce Lee, a Sergio Leone alle Charlie's Angels, ma è a tutti gli effetti un film di Tarantino.

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