Che detta così sembra un soft porno con pretese intellettuali, per intenderci una roba alla "Così fan tutte" di Tinto Brass, dove giganteggiava una grande Claudia Maria Rosaria Colacione in arte Koll prima di essere folgorata sulla via di Damasco insieme a Paolo Brosio. E invece, qui si parla - se vogliamo stare in ambito cinematografico - di atmosfere alla David Lynch, soggettive fluide, fari di auto che illuminano una qualsiasi highway nel Nevada o in California. Si parla di una voce che evoca il fantasma impolverato e gonfio di Elvis Presley, di un sax che sembra uscire da uno di quei night club semivuoti dove i cattivi bevono whisky doppi e fumano Lucky Strike senza filtro e da qualche parte c'è una bionda che balla la lap dance con le calze a rete.
"Outran the avalanche" canta nel ritornello della prima traccia del disco e sì, non puoi non pensare a Leonard Cohen. Così in "This Low Commotion" ti pare di vedere Nick Cave aggirarsi nella stanza.
Eppure.
Eppure "Hot Dreams" dei Timber Timbre è un disco meraviglioso, perché evoca decine di mondi musicali, decine di immaginari cinematografici, decine di altre voci e - miracolo - non suona nemmeno per un istante derivativo.
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